venerdì 8 luglio 2011

Il pupo e il water...

Eccomi ad affrontare un argomento scottante per chiunque abbia a che fare con nanerottoli di varie parentele o altro:

la cacca...

Pupù, popò, caccaSanta (vorrei conoscere quello che ha pensato a questa...), qualsiasi sia la vostra versione casalinga, sempre quella resta nella sostanza... e diciamocelo: che sostanza...
Qui in casa è sempre stato un argomento intenso e di grande rispetto. Il maritozzo con un rituale sacro, si cimenta in questa diverse volte al giorno, con l'aria di un intellettuale ad un convegno di letteratura romanza...

Da quando sono nati i tati l'argomento ha preso le dimensioni di un caso nazionale...
Non sto qui ad elencarvi le volte in cui la nostra ha rotto gli argini dei Pampers per rovesciarsi in ogni luogo ed oggetto accessibile (dal lettino, ai capelli del pupo in questione, a me....!!).
Poi è arrivato per il primogenito il momento del "grande salto": dal pannolone al vasino.
Le fasi sono state diverse e quasi tutti hanno vissuto le medesime esperienze (tranne, è ovvio, i soliti genitori di fenomeni, che il loro "l'ha fatta nel vasino da subito. Quando gli scappava chiamava come un'aquila reale a caccia. Da subito non si è mai sporcato, e pensa che a tre anni si puliva da solo, si lavava il sederino e si metteva pure la pasta Fissan").
'Sti cazz....
No, il nostro fa parte dei "normodotati", di quelli, insomma, che se la son fatta nelle mutande (per la mia gioia) innumerevoli volte.
Tra l'altro, poverino, all'inizio era terrorizzato all'idea del vasino.
Paura superata in un paio di settimane.

Poi c'è stata l'ultima evoluzione (manco fosse un tamagotchi!).

Quella definitiva.

Quella che ha confermato che il gene paterno è radicato in lui:

L'amore per il water.

Infinito.
Eterno.
Indistruttibile.
Incorruttibile.

A meno di tre anni il bocia (leggi: bambino), "quand'è ora", proclama: "mamma mi scappa la cacca".
E si va.
Svestizione, riduttore (detto da noi "waterino") e pace dei sensi.
"Mamma, chiudi fote, pe favoe?" (in parole spicce: "mamma ti levi dalle scatole che vorrei la mia privacy?").

Poi, dieci minuti di silenzio... al massimo qualche sussurro... e poi:

"Maaaaaaammmmaaaaa!!!!!!!!"
"Hai finto?"
"No, mi potti Cars pe favoe?" (dove vuole la erre la dice...).
Passo Saetta Mc Queen...
"Vai fuoi pe favoe?"

... ... ...

Ma si può sapere che cavolo ci fai un quarto d'ora chiuso in bagno, seduto nel water a 3 anni??????????

Se c'è qualche uomo che ha una risposta (perchè NOI DONNE abbiamo sempre una risposta: mi levo i peli dalle gambe, mi do lo smalto, telefono alle amiche...), perchè questa è una tara da uomini, si faccia avanti e mi aiuti a risolvere questo terrificante enigma!!
Grazie.

4 commenti:

  1. Bello bello bello!!!! Ciao!!! Che bello questo nuovo blog! Ti leggo di sicuro! Grazie per follow su Twitter, che ho già ricambiato! A presto, Manu.

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  2. Che bello!!!! Grazie a te!!! E benvenuta nel mio mondo!!!! :)

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  3. Beh...una risposta scientifica non ce l'ho, ma posso assicurarti che per me, quando mi siedo sul water, è un momento sacro, e ovviamente come a tutti i momenti sacri deve corrispondere una congiunzione tra tranquillità e riservatezza. Ovviamente il quotidiano, il Topolino, Focus ecc. fanno da contorno e complementano la sensazione di rilassamento. Spero di aver parzialmente fugato i tuoi dubbi.

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  4. mmm.... grazie per l'aiuto, lo apprezzo molto... ma nel nostro caso c'è un problema... Leo non sa leggere!!!!!!!!! O___O

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